Dolore Caviglia
In questo articolo prendiamo in esame la distorsione (o
slogatura) di
caviglia. Si calcola che ogni giorno in Italia si
verifichino
5000 distorsioni di caviglia, la gran parte di
queste
distorsioni avvengono con un meccanismo di inversione, ovvero il
piede ruota
verso l'interno. La distorsione alla caviglia rappresenta il 16-20%
di tutti i
traumi sportivi.
Le distorsioni si verificano quando
un'articolazione, per
effetto di una forza traumatizzante, viene forzata a compiere una
escursione
articolare superiore ai suoi limiti fisiologici causando un insieme
di lesioni
capsulo-legamentose che determinano la perdita parziale e
temporanea dei normali
rapporti tra le superfici articolari.
Sono lesioni frequentissime in età adulta, soprattutto nei
praticanti
attività sportive. Sono più rare nei bambini e negli anziani,
perché nei primi
le strutture ossee sono più elastiche e si hanno maggiormente dei
distacchi
epifisari, mentre nei secondi è più probabile si verifichino
fratture ossee che
non distorsioni (vista l'aumentata fragilità ossea data
dall'osteoporosi). Le
distorsioni sono tipiche delle articolazioni prevalentemente
unidirezionali:
ginocchio, caviglia, gomito, dita e rachide.
Il complesso legamentoso laterale della caviglia è formata da
3
legamenti:
Spesso, la rotazione verso l'interno rompe i legamenti esterni,
ma quando si
rompono tutti e tre il piede diventa instabile. Molto più rare sono
invece le
lesioni con il meccanismo opposto, cioè con il piede che ruota
verso l'esterno
in eversione: in questo caso si può rompere il legamento interno
(deltoideo) che
però è molto robusto e più difficile da rompersi.
Il legamento solitamente più coinvolto è il peroneo-astragalico
anteriore
(PAA) e in base alla direzione e alle forze applicate, si
distinguono le
distorsioni in 3 diversi gradi.
I grado: il legamento PAA ? semplicemente
stirato, la
caviglia ? ancora stabile e il paziente riesce a camminare, il
dolore ? limitato
alla zona lesa e il gonfiore ? minimo; >
II grado: c'è la lacerazione parziale di uno o
più
legamenti. Il paziente riesce comunque a camminare, anche se il
dolore e l'edema
sono importanti;
III grado, c'è la rottura completa di almeno un
legamento.
La caviglia risulta instabile, il paziente non riesce a camminare e
a caricare
il peso sulla gamba, il dolore e il gonfiore sono imponenti e si ha
quasi sempre
emartro (sangue nell'articolazione).
La sintomatologia della distorsione alla caviglia è
caratterizzata da
dolore nei punti di inserzione o sul decorso dei
legamenti
interessati, provocato dalla pressione o dalle sollecitazioni sul
legamento leso
(tentativo di mobilizzare l?articolazione). Si presenta
inoltre
tumefazione dell'articolazione per emartro (dovuto
alla lesione
dei vasi sinoviali e capsulari presente da subito) o per idrartro
(per raccolta
di liquido sinoviale dovuto allo stimolo irritativo sulla membrana
sinoviale che
si manifesta a distanza di tempo). Ovviamente, a seconda del grado
di
distorsione, ci può essere impotenza funzionale ed
eventuali
segni di lassità articolare che dipendono dalla lacerazione
completa di uno o
più legamenti.
Le lesioni del tendine di Achille sono
frequentemente
associate all'impatto di carichi ripetitivi dovuti alla corsa o al
salto. I
fattori principali che hanno come risultato un danno al tendine
d'Achille sono
gli errori nell'allenamento, come un brusco aumento dell'attività,
un improvviso
incremento dell'intensità dell'allenamento (distanza, frequenza),
una ripresa
dell'allenamento dopo un lungo periodo di inattività e la corsa su
terreni
irregolari o cedevoli. Le disfunzioni dell'achilleo possono anche
essere messe
La tendinosi dell'achilleo è caratterizzata da
una
degenerazione del tendine d'Achille.
in relazione con problemi posturali, con scarpe scadenti
(solitamente con uno
scarso supporto al retropiede) e con un complesso
gastrocnemio-soleo poco
estensibile.
La patologia tendinea viene suddivisa in:
Il processo inizia con un indebolimento microscopico
del
tendine che porta a una necrosi centrale del tessuto,
ovvero una parte
del tessuto muore, con conseguente degenerazione mucoide. La
tendinosi
dell'achilleo capita più frequentemente agli atleti maturi come
risultato di un
accumulo di microtraumi ripetuti dovuto a errori
di allenamento
ed è correlata a un maggior rischio di rottura del tendine di
Achille.
L'istologia di solito mostra una riduzione del numero di cellule e
uno
sfrangiamento delle fibre di collagene all'interno del tendine.
Insieme alla
disorganizzazione di queste fibre, vi sono una diffusa
proliferazione vascolare
interna, sporadiche zone di necrosi e rare calcificazioni.
Oltre all'iniziale infiammazione del paratenon,
con l'uso
eccessivo il tendine stesso può infiammarsi oppure diventare
ipovascolarizzato a
causa della restrizione del flusso ematico attraverso il
paratenon
cicatrizzato.
Colpisce soprattutto gli sportivi di sesso
maschile,
giocatori di calcio, basket, pallavolo, corridori, saltatori. I
fattori
principali della tendinosi achillea sono i microtraumi ripetuti,
dovuti a sforzi
di natura sportiva per un insufficiente allenamento dell'atleta,
uno stretching
inadeguato, ripresa dell'attività sportiva troppo precocemente dopo
un periodo
di stop, cambiamento improvviso del terreno di allenamenti, rapido
incremento
dell'intensità della pratica sportiva o calzature non idonee,
mancanza di
riscaldamento, mancanza di allenamento di compensazione, trascurare
i primi
sintomi.
Per i soggetti non sportivi che soffrono di tendinopatia
achillea le cause
possono essere svariate, soprattutto:
I sintomi principali della tendinite d'Achille sono il
dolore
sordo lungo la porzione posteriore del
tendine, verso
il calcagno. A volte il tendine può apparire tumefatto,
gonfio ed
edematoso. Il dolore nei movimenti del piede si può
avvertire
soprattutto quando ci si solleva sulle punte dei piedi e si allunga
il tendine.
La mobilità della caviglia è limitata e volte si può apprezzare un
nodulo di 2-6
cm formato da tessuto cicatriziale che può essere palpato lungo il
decorso del
tendine d'Achille. In caso di rottura, si avverte uno schiocco e se
la
lacerazione è completa, non si riesce più a sollevare il tallone o
camminare
sulle punte dei piedi. Per valutare la continuità del tendine di
Achille viene
praticato il test di Thompson che, se positivo (assenza della
flessione plantare
quando si comprime il polpaccio), indica una rottura completa del
tendine
d'Achille.